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Mauritius

Europa, Africa, India e Cina, in una sola isola gira il mondo intero. Stiamo parlando di Mauritius, non a caso definita isola-continente per la varietà di culture ed etnie che caratterizza la sua popolazione, immersa nell’Oceano Indiano, a circa 800 km a est del Madagascar.

Port Louis, la capitale, che conta 1.3 milioni di abitanti (compresi quelli dell’isola di Rodrigues), nel 1735, divenne uno dei principali porti della zona, grazie al governatore francese Mahé de La Bourdonnais e tuttora la città è il buon punto di partenza per comprendere i motivi per cui Mauritius è ammirata nei traguardi economici raggiunti, nel rispetto più sereno, inoltre, delle tre religioni che coesistono sull’isola: l’induismo, l’islam e il cristianesimo.

Il modo migliore per cogliere comunque lo spirito di questa terra meravigliosa è conoscere la gente del luogo, incontrarla sulle spiagge, nei negozi e nei mercati, durante il fine settimana e nei giorni festivi, partecipare alle visite guidate dai locali, associarsi a comitive in cerca di avventura. E per comunicare nessun problema: la lingua amministrativa e più diffusa è l’inglese, ma si parla comunemente anche il francese (oltre al creolo).

Le meraviglie naturali e la diversità di Mauritius si riflettono nel calore della sua gente nella ricchezza di una cultura eclettica. Il sorriso di un mauriziano è sincero e la gente di qui è famosa per la calda ospitalità che si scopre già chiacchierando con gli abitanti in uno dei tanti locali notturni o partecipando alle feste in spiaggia che capitano quotidianamente lungo le coste.

Ma non si può partire da Mauritius senza aver anche imparato qualche passo di segà, la danza folcloristica locale inserita dall’Unesco nella lista del patrimonio culturale immateriale. Che siate o meno dei ballerini, questa vibrante danza locale con il suo tipico timbro africano fa sicuramente tenere il ritmo. Basta andare in uno dei locali e scuole della capitale per divertirsi provando il sensuale passo di danza che ogni resort offre in spettacoli serali accompagnata da strumenti musicali africani, di solito ravanne, maravanne o triangolo, mentre le canzoni, con testi in creolo, descrivono lo stile di vita di Mauritius.

Restando o andando a St. Louis si può parcheggiare (o farvi lasciare da un taxi) a Caudan Waterfront, il luogo più frequentato a Mauritius, da cui si può facilmente raggiungere e visitare a piedi la città. Il mercato della frutta è un caleidoscopio di colori e aromi fra lychees, mango, cocco, ananas e papaya, rigogliose verdure e spezie orientali che sprigionano dai piatti preparati nei ristoranti intorno: un mix unico al mondo anche nei sapori e aromi, risultato dell’influenza di paesi come India, Cina, Africa, Francia e Regno Unito.

Camminando lungo gli antichi acciottolati lo spettacolo delle case e degli edifici coloniali originali rendono questa città indimenticabile. E ancora musei e monumenti, shopping in centinaia di negozi, da quelli di stoffe a quelli che vendono gioielli e abiti sia artigianali che di marca. Per concludere la giornata, merita un passaggio al Champ de Mars, il più antico ippodromo dell’emisfero australe. Per ammirare il panorama su tutta Port Louis, si va alla Cittadella, l’antico forte che un tempo difendeva il porto dagli attacchi del nemico. Oppure si può salire le scale della chiesa di Marie Reine de la Paix, sulle pendici della Signal Mountain, per un’altra vista mozzafiato.

Dalla città si va al giardino botanico di Pamplemousses senza dubbio una delle attrazioni più visitate a Mauritius. Creato oltre 300 anni fa dal famoso botanico francese Pierre Poivre, il giardino è il più antico dell’emisfero australe e vanta una vasta collezione di piante autoctone. E consideratevi estremamente fortunati se vi capita di vedere la palma talipot in fiore, perché accade una volta ogni 30-80 anni! Il giardino ospita anche tartarughe giganti, traguli di Giava e ninfee.

Oltre alle escursioni in barca e al trekking in diversi punti dell’entroterra l’isola si gira beatamente in bicicletta seguendo i numerosi itinerari ciclabili fra rilievi verdeggianti e lagune blu alla velocità giusta. E ancora, da non perdere le esperienze “tè e canna da zucchero”.

La Via del tè permette di visitare le tradizionali piantagioni e le fabbriche di tè, oltre ai musei che ne illustrano la produzione. Da non perdere, fra le speciali miscele di tè, la degustazione del famoso tè alla vaniglia di Mauritius, tra i migliori del mondo. La canna da zucchero invece venne introdotta a Mauritius dai coloni olandesi nel 1639, ma sempre il governatore francese Mahé de La Bourdonnais aprì nel 1743 la prima azienda agricola per la sua coltivazione. Oggi, lo zucchero non è più la colonna portante dell’economia isolana, ma i suoi derivati, come il rum, rimangono estremamente popolari. Il museo Aventure du Sucre di Pamplemousses presenta uno spaccato illuminante sul profondo legame tra la storia del paese e lo zucchero.

Infine, puntate senza esitazione alla terra dei 7 colori di Chamarel, attrazione di fama mondiale, frutto di un fenomeno geologico di origine vulcanica dove terre di sette colori diversi si sono intrecciate formando una struttura caratteristica nella meravigliosa regione di Chamarel, a 283 m sul livello del mare, raggiungibile percorrendo una strada panoramica che attraversa la foresta tropicale. Da non perdere. Come il viaggio di ritorno a Baie du Cap attraverso la panoramica regione di Chamarel, esperienza indimenticabile fra le tante da portare con sé al rientro.

 

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